Tecnologia dei sistemi di filtraggio dell’acqua: quali sono e come funzionano

Tecnologia dei sistemi di filtraggio dell’acqua: quali sono e come funzionano

La tecnologia ha fatto passi da gigante su numerosi fronti, ed anche per quel che concerne i sistemi di filtraggio dell’acqua. Avere acqua pulita, sia in seno all’ambiente domestico che all’interno del comparto industriale è importante in primis per la salute personale e in secondo luogo anche per poter riutilizzare la risorsa idrica, riducendo lo spreco. Detto ciò, devi sapere che un filtro è uno strumento di fondamentale importanza per purificare il flusso idrico da sostanze chimiche e residui nocivi, corrosivi, inquinanti. In commercio si trovano moltissimi modelli, alcuni ideali per usi domestico, altri più complessi adatti quindi ad aziende ed impianti di demineralizzazione industriale. Vediamo insieme quali sono e come funzionano.

Il filtro a cartuccia filtrante, quali sono e come funzionano

Il filtro a cartuccia filtrante è un dispositivo meccanico che trattiene le particelle in sospensione. Viene utilizzato per ridurre il livello di opacità dell’acqua. Con questo modello di filtraggio, è possibile regolare il livello di filtrazione a seconda del tipo di particelle che occorre trattenere: per fare ciò si cambiano le cartucce che possono avere un diametro da 5 a 100 μm (micron). I filtri a cartuccia filtrante si possono utilizzare se occorre evitare il passaggio della sabbia (ad esempio nel caso vengono usati per riutilizzare l’acqua piovana) o per filtrare le micro-particelle che sono presenti nell’acqua che confluisce nelle case. Si possono lavare, anche se occorre un po’ di manutenzione e periodicamente sostituire le bobine anteriori che tendono comunque ad otturarsi col passare del tempo.

I filtri a polifosfati, quali sono e come funzionano

Con il filtro a polifosfato si va a supportare un dispositivo a filtraggio di base per facilitare l’ostruzione del calcare nell’acqua. Questa tipologia di filtri può essere installata sull’ingresso delle tubature domestiche (per intenderci subito dopo il contatore), o anche sopra gli apparecchi che generano acqua (scaldabagno, caldaie, autoclavi e così via). Il polifosfato agisce chimicamente corrodendo il calcare già esistente e prevenendo la sua formazione. In base alla mole di acqua consumata e alla capacità del filtro, si va a ricaricare il composto attivo, almeno un paio di volte l’anno. Spesso i filtri a polifosfati vengono usati a supporto dei filtri a cartuccia filtrante.

I filtri magnetici, quali sono e come funzionano

Come i filtri a polifosfati, anche quelli magnetici basano il loro funzionamento sull’uso di legami, stavolta non chimici, ma polari. Il loro obiettivo è quello di limitare o eliminare il calcare che si forma nell’acqua, grazie alla legge dell’attrazione magnetica. Il principale vantaggio è quello di non utilizzare materiali di consumo (né energia per i modelli con magneti permanenti). Sono dispositivi molto piccoli che facilmente si installano in cucina.

I filtri a carboni attivi, quali sono e come funzionano

Un filtro a carbone attivo viene installato per assorbire dalla risorsa idrica tutte le sostanze chimiche che causano torbidità dell’acqua. Alcuni modelli sono in grado anche di ridurre la presenza di metalli pesanti all’interno dell’acqua. La parte iniziale del dispositivo è dotata non solo della bobina filtrante ma anche di un piccolo pre-filtro che evita ai carboni di contaminarsi e permette loro di durare di più.

I filtri a sedimenti, quali sono e come funzionano

Il filtro a sedimento, anche detto pre-filtro, ha come obiettivo quello di proteggere il filtro che si trova nella parte iniziale di un qualunque dispositivo filtrante. Trattiene infatti i materiali più grossi presenti nell’acqua. La dimensione massima del diametro di questi filtri è dell’ordine di 20 µm. Se montati all’inizio dei filtri a cartuccia o a carboni attivi, evita che la sporcizia si incrosti otturando il dispositivo.

Filtro ad osmosi inversa

Il filtro ad osmosi inversa basa il suo funzionamento sulla teoria fisica dell’osmosi inversa, per la quale le particelle più grosse vengono assorbite da una membrana permeabile, che pulisce l’acqua e la mantiene più limpida.

Il filtro a scambio ionico

Il filtro a scambio ionico ha ruolo di dolcificante e basa il suo funzionamento su un meccanismo di sostituzione degli ioni calcio, responsabili della formazione del calcare, con ioni sodio, che invece non contaminano l’acqua. È la tipologia di sistema filtrante più cara in assoluto, anche se il suo funzionamento è molto efficace e completo. Viene messo del sale nel dolcificatore, in quantità tale da rilasciare sodio e in quantità tale da trattenere l’eccesso di potassio. L’acqua con sodio aggiunto arriverà così in tutta la casa. Grazie a questo filtro, gli elettrodomestici come lavastoviglie, lavatrice e ferro da stiro, non saranno interessati da accumulo di calcare e il loro funzionamento sarà garantito nel tempo.

Tuttavia è importante precisare che la presenza del sodio in acqua potrebbe non fare bene ad alcune persone affette da disturbi e patologie come l’ipertensione: nonostante al gusto non appaia salata, il livello di sale potrebbe essere controproducente. Si consiglia l’uso di questo filtro solo se le risorse idriche che confluiscono in casa hanno una condizione di contaminazione non sopportabile. In alternativa consigliamo invece di utilizzare il filtro magnetico o quello a carbone attivo.

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